L’uomo è comparso circa due milioni di anni fa ed è stato dimostrato che il suo profilo genetico è cambiato meno dell’1% in tutti questi secoli, quindi le informazioni nutrizionali del nostro codice genetico sono identiche a quelle dell’era della pietra.
Quindi anche il più avanguardista tra gli uomini non si discosta di molto dall’uomo del paleolitico.
Questo è il principio su cui si basa la Paleodieta ideata dal dott. Loren Cordain dell’Università del Colorado.

L’Alimentazione Preistorica
Grazie ai resti scheletrici, alla diversa usura dei denti, agli strumenti litici fabbricati e tramite l’analisi dei resti animali e vegetali ritrovati nei siti preistorici possiamo oggi conoscere in linea di massima quale era l’alimentazione tipica degli uomini della preistoria e la sua evoluzione.
Proprio grazie agli studi del dott. Loren Cordain si è dedotto che quasi il 60% delle calorie derivava dall’ingestione di animali; in particolare sembra che gli ominidi prediligevano gli organi interni e il midollo osseo e si nutrivano raramente di uova.

Quasi nella totalità della propria esistenza sulla Terra, l’uomo si è nutrito praticando caccia, raccolta e pesca in base alle condizioni ambientali, climatiche e di accessibilità al cibo.
Parliamo sicuramente quindi di un’alimentazione basata su carne, pesce, noci, semi, vegetali e frutta.
L’alimentazione paleolitica prevedeva una componente proteica superiore a quella consigliata oggi, che si attesta sugli 0.9 g per Kg corporeo, e vede il consumo di alimenti di origine animale, i quali si trovano ai piani alti della ben nota piramide alimentare mediterranea.
La carne era selvaggina magra, più povera e diversa nella composizione dei lipidi rispetto alle carni odierne derivante da animali allevati a mangime (netta differenza con quelli cresciuti liberi).
Infine, l’uomo paleolitico, si nutriva di frutta e verdura e non di cereali (l’agricoltura è un avvenimento successivo).

Principali Caratteristiche
Vediamo ora quali sono le caratteristiche di una dieta paleolitica nell’epoca moderna.
La prima regola è fare tanti piccoli pasti e non pochi e abbondanti. Mangiare carne rossa o bianca e carboidrati presi solo dalla frutta e dalla verdura, evitando totalmente pasta, pane, biscotti, fette biscottate, riso, legumi e tutti i derivati dei cereali.
Seguire una dissociazione corretta degli alimenti, cioè evitare di mischiare proteine diverse tra loro (es. carne e pesce nello stesso pasto). Non consumare alimenti lavorati o industriali.
Fare attività fisica: l’uomo paleolitico non stava 8 ore davanti al pc ma andava a cacciare per procurarsi il cibo; non stava seduto su un divano a guardare la tv, ma lottava ogni giorno per uccidere la preda; fortunatamente ora andiamo al supermercato e troviamo tutto senza doverci munire di lance o clave, ma risulta quindi fondamentale fare dello sport.

Benefici e controindicazioni della dieta primitiva
Come qualsiasi altro tipo di regime alimentare dalle scelte un po’ drastiche, bisogna sempre soppesare quanto valore abbiano i benefici rispetto ai rischi ma anche valutare la sua applicabilità.
I benefici sono sicuramente quelli derivanti dal fatto di non assumere troppi zuccheri né cibi raffinati e industriali. L’assenza di conservanti, coloranti e additivi chimici e l’abbondanza di cibi freschi, poco conditi e non trattati, è sicuramente positivo per l’organismo, che ne gioverà senza dubbio.
Ci sono però diverse controindicazioni di questo regime dietetico: la prima è legata ad un consumo esagerato di carne a scapito dei carboidrati e delle fibre e ciò può portare a malnutrizione e conseguenze negative per tutto l’organismo, anche per l’apporto deficitario di vitamine e minerali. Oltretutto un regime alimentare del genere, può provocare, alla lunga, effetti dannosi su reni e fegato, poiché tali organi sono costretti ad un superlavoro per smaltire i grandi quantitativi di sostanze derivanti dal metabolismo delle proteine animali (in particolare l’acido urico). Per tale motivo è assolutamente da evitare se già si soffre di disturbi ai reni e/o al fegato, come qualsiasi altra dieta iperproteica.
La seconda sta nel fatto che, all’interno di una normale quotidianità potrebbe essere un’alimentazione poco sostenibile: il cibo che assumiamo è anche frutto del nostro inserimento nella vita sociale, risulta difficoltoso seguire una dieta “paleolitica” in pizzeria, per esempio.
Le controindicazioni della dieta paleo sono anche di carattere socio educativo: eliminando quasi del tutto i nutrienti come i carboidrati, non è bilanciata e può indurre, di conseguenza, una non corretta educazione alimentare.
Conclusioni

Personalmente si tratta di uno stile alimentare con limiti rilevanti, poiché impone la totale rinuncia ad alimenti importanti come i cereali e i legumi, e questo, da un punto di vista nutrizionale, appare certamente non corretto per lo sbilanciamento nutrizionale che comporta.
Oltre a ciò la moderna Paleodieta ha molto di moderno e poco di paleo tenuto conto del fatto che l’uomo primitivo alternava digiuni anche lunghi tra i vari momenti in cui riusciva a procacciarsi il cibo, in più oltre il 70% dell’introito calorico derivava da fonti vegetali e solo in maniera minore da alimenti carnei. Infine non possiamo assolutamente sovrapporre lo stile di vita odierno con quello preistorico.